Più personale sul territorio molisano, grido d’allarme della Fsp Polizia

Vincenzo Robusto

Come noto, molti media hanno riferito la notizia dell’istituzione a Roma del tavolo tecnico avente l’obiettivo la riorganizzazione Questure e Commissariati, presieduto dal Vice Capo della Polizia, Vice Direttore generale della pubblica sicurezza con funzioni vicarie prefetto Luigi Savina, con la partecipazione delle organizzazioni sindacali e la presenza del Sottosegretario all’interno on.le Nicola Molteni.

Da tempo se ne attendeva l’avvio. Riorganizzare gli Uffici di Polizia sul territorio, la loro articolazione interna ma soprattutto riattualizzare le piante organiche risalenti al 1989 che dall’ultimo decennio sono sempre state ritenute insufficienti a garantire le attuali esigenze sul territorio, sono ritenute dalla FSP Polizia questioni di preminente importanza.

Per quel che riguarda la provincia di Campobasso è stato previsto il declassamento della Questura del capoluogo che si vedrebbe garantito un organico di 168 unità, un numero decisamente inferiore alle attuali. Il gruppo di lavoro, per la stesura del nuovo decreto ministeriale, si avvale della fotografia della realtà riferita dall’istituto per le statistiche ISTAT che di fatto, però, non evidenzia le reali necessità degli uffici territoriali.

Campobasso, capoluogo di una regione già per tanti versi bistrattata, di rilevante importanza strategica tra il centro-nord ed il centro-sud, attraversata dall’A14, con un porto ed uno snodo ferroviario tra i più importanti della dorsale adriatica, vedrebbe in tal modo affossare ancor più la possibilità di rispondere alla richiesta di maggiore sicurezza invocata da tempo dalla FSP Polizia (ndr. già UGL Polizia di Stato) mentre è essenziale mantenere alto il livello di prevenzione.

Nel corso degli ultimi anni, per tale ragione, sono state intraprese numerose iniziative: contro la paventata chiusura della Scuola di Polizia, il cui decreto era stato già firmato e poi revocato; la chiusura del Distaccamento della Polizia di Larino, avvenuta nel 2017; la chiusura del posto di polizia dell’Ospedale civile Cardarelli dove quotidianamente soggiornano circa 4mila persone e contro la quale è stata realizzata una ampia raccolta firme, iniziativa ritenuto superflua dall’attuale Prefetto che ha dichiarato: «… il presidio in questione non è stato chiuso ma, per motivi di economicità e razionalizzazione della spesa, il personale preposto interviene prontamente ogni qualvolta se ne verifichi l’esigenza e tale modalità organizzativa, non ha mai ingenerato lamentele da parte degli operatori sanitari e degli utenti dei servizi ospedalieri...” (nota Gab. del Prefetto n.0032189 del 14/04/2017); la proposta di altre OO.SS. volta a sopprimere il servizio di Polizia stradale notturno, sulla tratta Campobasso-Termoli, dovuta all’esiguo numero delle unità e all’avanzata età degli operatori della Sezione della Polizia Stradale; l’opposizione alla paventata chiusura del posto di Polizia ferroviario del capoluogo; la parziale chiusura dell’ufficio denunce che nel 2017 è stato aperto al pubblico in giorni alterni e orari limitati.

Oggi, la situazione sta ulteriormente precipitando, l’età dei poliziotti è ancor più avanzata, il personale va in pensione e solo lo scorso mese è toccato a due sottufficiali dell’ufficio denunce. E’ tornata attuale, quindi, la possibilità che si possa nuovamente limitare il servizio di ricezione denunce in favore del cittadino. Sul territorio, suddiviso in tre zone comprensive anche dei paesi limitrofi e delle quali una è affidata ai Carabinieri, molte volte è operante una sola Volante che come una palla matta rimbalza da un estremo all’altro. Presso i Corpi di Guardia della Questura e del Commissariato di Termoli si cerca di impiegare anche gli agenti della Stradale limitando, con ciò, le attività di pattuglia in favore della cittadinanza sulle statali-provinciali ed in autostrada; il Compartimento della Polizia Postale, che nel corso degli ultimi anni ha visto il 50 per cento del personale assegnato presso altri Reparti o andato in pensione senza alcun rimpiazzo, è allo stremo: un solo operatore svolge attività tecnica specifica mentre solo tre sottufficiali e tre agenti trattano le numerose pratiche e deleghe dell’Autorità Giudiziaria.

Le tante piccole realtà della provincia, tutte con radicate tradizioni, determinano numerose volte l’impiego di personale in servizi di ordine pubblico, che viene puntualmente svolto sottraendo diverse unità agli uffici anticrimine, passaporti e stranieri. Un territorio, circondato da regioni ad alta densità di criminalità organizzata, dove opera anche un Nucleo operativo di Protezione che gestisce diversi collaboratori (cosiddetti “pentiti”) e questa la dice lunga. Ma questo, non è di certo il quadro che l’ISTAT può fornire all’istituita commissione.

La FSP Polizia, destinataria quotidianamente delle richieste d’intervento di tutti coloro che si sforzano e sono impegnati nell’attività di prevenzione e soccorso pubblico e che ricevono le doglianze dei cittadini, si è attivata per far conoscere concretamente le reali precarietà, per richiedere senza mezzi termini la dovuta attenzione sul capoluogo, dove la richiesta di personale è disattesa ormai da tempo sia in Questura che presso le diverse specialità e dove la politica tarda ancora ad esprimere con il necessario vigore il proprio sostegno ai cittadini ed alle forze dell’ordine.

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